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Miti e realtà dell'open source

Su Linux e sull'open source è stato detto tutto e il contrario di tutto: vediamo un po' di sfatare qualche diceria...

  1. Linux è di sinistra
    In una ipotetica Nazione che si basa sul bipartitismo e sull'alternanza questo significherebbe che metà Paese utilizzerebbe Linux...
    Linux è per tutti!

  2. Linux è di destra
    Questo non si è mai detto ma lo mettiamo per par condicio. Anche in questo caso vale naturalmente la considerazione precedente...
    Linux non è un partito, è un sistema operativo!

  3. Linux è antiamericano
    L'ultima volta che ho udito questa affermazione stavo soffrendo perché una delle storiche distribuzioni europee, la tedesca SuSE, era appena stata acquisita dall'azienda americana Novell. In Europa rimaneva solo Mandrake (ora Mandriva, franco-americana) a tener testa alle distribuzioni americane Debian, Slackware e Red Hat. La giovanissima Ubuntu infine altro non è che una parente stretta di Debian.
    Non vedo nulla di antiamericano in tutte queste distribuzioni USA... a meno che gli USA non siano antiamericani?

  4. Linux è solo per computer vecchi
    Il mio vecchio portatile farebbe i salti di gioia... Diciamo che ci sono distribuzioni leggere adatte per poter recuperare vecchi computer, e distribuzioni più impegnative per i computer moderni.
    A ciascun computer il suo Linux!

  5. Linux è solo per tecnici
    Ehm, molto strano: come radioamatore devo dire che ben pochi colleghi usano Linux, mentre lo utilizzano tranquillamente molti ragazzi che non hanno competenze tecniche di nessun livello: una studentessa in medicina, una nel campo della moda, uno studente in economia...
    Linux è per chi vuole provarlo!

  6. Linux è un giocattolo
    Queste parole le pronunciò il manager di una grande azienda che da Linux si è sentita minacciare nel suo business. La stessa persona disse anche che Linux è il cancro. A parte l'evidente contraddizione con la precedente affermazione (Linux è solo per tecnici), non si spiegherebbe il motivo per cui molte aziende hanno installato il "giocattolo" Linux nei propri server.
    La sensazione di molti utenti che su un PC con Windows hanno installato Linux è di avere la stessa macchina, ma con il motore potenziato.

  7. Linux è inadatto per le scuole
    Simpatica affermazione che in genere viene spiegata con l'assioma che nelle scuole non si può insegnare l'uso di Linux e OpenOffice per evitare traumi agli studenti quando entreranno nel mondo del lavoro... Tesi estremamente interessante, che non giustifica l'utilizzo di versioni obsolete di Windows e Office, che al termine del ciclo scolastico saranno completamente estinte...
    L'open source ha un valore didattico inestimabile, oltre ad essere cooperativistico e partecipativo.

  8. Linux non è produttivo
    Secondo alcuni non sarebbero disponibili per Linux gli strumenti adatti per l'impiego nel mondo del lavoro. Non si spiegherebbe il motivo per cui su una notevole fetta di server Internet e server aziendali troviamo Linux. Non mancano neppure i più classici strumenti di produttività per l'ufficio, dai programmi di videoscrittura e foglio di calcolo (OpenOffice), a quelli il disegno (Gimp) e per la modellazione 3D (Blender)... In effetti mancherebbero le applicazioni più specialistiche, quelle che troviamo solo su una parte dei computer aziendali, come i modelli più avanzati di CAD, che una volta funzionavano solo sulle workstation UNIX... Forse si tratta solo di scelte di mercato? Forse se tutti gli utenti che non necessitano di un CAD o si contentano di un CAD 2D si spostassero su Linux...
    Software libero significa anche libertà di scelta dell'utente.

  9. Il Software Libero uccide l'imprenditoria
    Questa è un'emerita panzana derivata dal fatto che la parola libero è la traduzione corretta dell'inglese free, che significa anche gratis. Software Libero non significa necessariamente gratis e comunque anche per il software gratuito si è sviluppato un nuovo modello di business, basato più sui servizi (installazione, assistenza...) che sulla vendita di software che in realtà non apparterrà mai al cliente, ma gli è affidato in licenza d'uso. Per comprendere a fondo il significato del Software Libero non si può non partire dalla sua filosofia.
    Software libero significa Software Libero, null'altro:

    • Libertà di eseguire il programma per qualsiasi scopo (libertà 0)
    • Libertà di studiare il programma e modificarlo (libertà 1)
    • Libertà di copiare il programma in modo da aiutare il prossimo (libertà 2)
    • Libertà di migliorare il programma e di distribuirne pubblicamente i miglioramenti, in modo tale che tutta la comunità ne tragga beneficio (libertà 3)
  10. Il Software Libero è per i poveri
    Trattandosi nella gran parte dei casi di programmi gratuiti, viene spontaneo pensare che non abbiano alcun valore. Il Software Libero è una filosofia, una scelta. Chi ha acquistato o piratato una licenza di software proprietario si convince falsamente di possedere un tesoro, alla stregua del Gollum de Il Signore degli Anelli ("Il mio Tesoro"). Per tenere il passo coi tempi, dopo pochi anni si ritroverà a riacquistare o piratare nuovamente il "Tesoro", e così via... ma chi acquista non possiederà altro che una licenza che ne autorizza l'utilizzo.
    Il Software Libero è per chi non vuole riempirsi la cantina di inutili licenze d'uso!

Concludo con una piccola considerazione. Nel 1981, quando vidi nascere il Personal Computer, avevo 21 anni ed ero già appassionato di informatica. A quei tempi nelle grandi aziende si utilizzavano mainframe e minicomputer con sistema operativo UNIX, mentre nelle piccole aziende ci si arrangiava con gli Home Computer e con i primi Apple II. Il PC IBM sbaragliò la concorrenza e si impose su tutte le scrivanie, mentre per le attività vitali per l'azienda (contabilità e magazzino) si continuò ad utilizzare i mainframe o i minicomputer con sistema operativo UNIX. Solo più tardi si resero disponibili sistemi operativi server ed applicazioni gestionali affidabili per il Personal Computer, ma molte aziende preferirono non abbandonare la vecchia e affidabile strada, utilizzando eventualmente programmi di emulazione di terminale per permettere di accedere al gestionale anche dai PC. In Italia, ma forse anche altrove, il successo del Personal Computer nelle aziende è dovuto in gran parte alla ritrosità dei manager nel dare formazione al personale: perché spendere per la formazione di una persona che, da un momento all'altro, potrebbe licenziarsi e portare ad un'altra azienda questo "valore aggiunto"?

Non è stato il mondo del lavoro, in Italia nella quasi totalità di natura familiare e con una manciata di dipendenti, a scegliere il sistema operativo e il software da utilizzare, ma le condizioni di mercato e le tasche dei consumatori (piccoli manager e dipendenti). Oggi le condizioni sono mutate grazie al Software Libero, e la scuola ha il dovere di informare (o meglio, educare) le famiglie sulle nuove possibilità, rompendo ogni indugio sul sistema operativo e il software da utilizzare.

Quando gli studenti entreranno nel mondo del lavoro, nell'azienda del padre o nella piccola impresa artigiana, troveranno gli strumenti che la scuola, durante gli anni in cui si svolge il ciclo educativo, avrà fatto conoscere alle famiglie.

 

 

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